martedì 13 settembre 2011

Louis Sébastien Mercier - "L'an 2440" (1771)

Frontespizio dell'edizione del 1772
Che la fantascienza sia nata dalla mente di un illuminista  è un fatto che, a pensarci bene non sconvolge. Se la fantascienza è infatti il genere letterario del mondo possibile, della realizzazione del sogno e dell'amplificazione della tecnologia a partire da quelle che sono le aspettative del presente, il pensiero illuministico si trova ad essere la base filosofica adatta ad una visione del genere. La storia vista come progresso, come continua realizzazione di un miglioramento, sociale, politico, tecnologico, in costante miglioramento col passare del tempo. Questo è il carattere fondamentale del romanzo di Mercier, "L'an 2440" del 1771, prima ucronia, cioè primo racconto utopico che sposta l'asse della prefigurazione di una società ideale dallo spazio (le isole di Bacon, di Tommaso Moro o di Campanella) al tempo (la Parigi del 2440). Rheinart Koselleck l'ha definita "temporalizzazione dell'utopia", noi qui si potrebbe tentare di definirla fantascienza ottimistica, fautrice di quelle speranze nelle "magnifiche sorti e progressive" tanto ridicolizzate - e forse giustamente - da Giacomo Leopardi.
Primo viaggio nel tempo, il romanzo si sviluppa intorno alla vicenda del protagonista, risvegliatosi dopo un lungo sonno nella Parigi del 2440. La città che si presenta davanti agli occhi del protagonista ha dell'incredibile, è la società ideale, una società che ha messo in pratica tutti i progetti dell'illuminismo: giustizia, urbanistica intelligente, clero abolito, così come le prostitute, differenza tra ricchi e poveri livellata in uno stato di giustizia sociale accettabile, tutto il sapere sintetizzato in una ristretta biblioteca contenibile in un solo scaffale (ha scritto R. Darnton che nell'opera di Mercier si "dava fantasia ad un sentimento che era forte nel Settecento e che ora è diventato ossessivo: la sensazione di essere sopraffatti dalle informazioni e di ritrovarsi inermi di fronte alla necessità di selezionare i materiali rilevanti in mezzo alla massa di dati effimeri"). Insomma tutte le idee dell'illuminismo messe in pratica. L'idea di base è dunque che il tempo sarà clemente con l'uomo, e porterà ad esso un costante e continuo ("progressivo" appunto) miglioramento. Da qui all'eternità.
Non ci metterà molto, la fantascienza, quella vera, a battere le strade della distopia, e a considerare il progresso del genere umano verso un mondo migliore più che un sogno, un incubo.

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