Frontespizio dell'edizione americana del 1857 |
incompiuto poema epico (ci sono rimasti sei libri interi e parte del settimo di dodici previsti originariamente), The Faerie Queene, composto tra 1590 e 1596, s'affianca agli altri numerosi esempi in cui il poema epico diventa lo strumento di connessione tra il letterato e la corte, specchio di quel complesso sistema socioculturale che è il "meccanismo del dono" nella società e nella cultura cortigiana.
Virgilio dunque è preso a modello (Gloriana discendendo da Bruto rilancia inoltre nell'Inghilterra tardocinquecentesca il mito della discendenza troiana, attraverso la stirpe arturiana, che ogni grande dinastia ha arrogato a se stessa, in cui si passa dagli eneadi ai Tudor attraverso Bruto, leggendario primo re di Britannia), ma anche Ariosto e Tasso: fatto che associa The Faerie Queene ai grandi poemi dell'Italia rinascimentale (è l'autore stesso, che nella lettera a Walter Releigh che accompagna il poema, in cui descrive le intenzioni dell'opera, a tracciare una linea di discendenza letteraria che parte canonicamente da Omero, passa per Virgilio e ternima con Ariosto e Tasso).
Scrive ancora la Yates: "Dell'epica di Spenser si è detto che esprime un 'momento profetico', dopo la vittoria sull'Armada, quando la regina apparve quasi il simbolo di una nuova religione, trascendente sia i cattolici sia i protestanti per una osrta di rivelazione dagli ampi orizzonti, e comunicante un linguaggio messianico universale".
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